Chirurgia Artroscopica

La chirurgia artroscopica è una particolare tecnica chirurgica mini-invasiva che permette, attraverso particolari strumenti chirurgici, di eseguire interventi all’interno di una articolazione attraverso piccole incisioni chirurgiche, i portali di accesso.

Oggi l’artroscopia è una tecnica che risponde ai criteri base della chirurgia moderna, cioè minima invasività, riduzione del dolore postoperatorio, rapido recupero, ottimi risultati funzionali. Il chirurgo giapponese Masaki Watanabe (1911-1995) è stato il primo ad utilizzare l’artoscopio per un intervento chirurgico al ginocchio nel 1958, e viene pertanto considerato il padre della chirurgia artroscopica moderna. Dalla sua introduzione in America del Nord (1964), questa tecnica ha progressivamente aumentato le sue indicazioni e consolidato sempre di più il suo ruolo nell’ambito della chirurgia ortopedica, fino a divenire, oggi, indispensabile nella cura della patologia del ginocchio, della spalla e delle altre articolazioni (caviglia, anca, gomito, polso, alluce).

La tecnica artroscopica consiste nell’introduzione di una sonda luminosa, l’ottica (Fig.1), all’interno del distretto articolare che si vuole esplorare, passando attraverso piccoli accessi cutanei, i portali artroscopici, situati in quadranti strategici del profilo anatomico di ciascuna articolazione.

L’ottica – dotata di fibre ottiche delicatissime – è connessa a una telecamera tramite la quale è possibile visualizzare l’ambiente articolare su di un monitor esterno. Le immagini proiettate sul monitor permettono una visualizzazione completa e ingrandita della cavità articolare da cui conseguono una diagnosi precisa e una chirurgia rapida e scarsamente traumatica. Questa viene effettuata tramite strumenti chirurgici di pochi millimetri di diametro (Fig.2). Sebbene la chirurgia artroscopica sembri “facile”, tuttavia questa necessita da parte del chirurgo di una eccellente conoscenza della anatomia normale e artroscopica, dello strumentario e di una buona coordinazione manuale che renderanno accessibili quadranti articolari una volta non raggiungibili con la chirurgia tradizionale.

La maggior parte degli interventi in artroscopia vengono eseguiti in anestesia loco-regionale, ovvero addormentando solo l’arto da operare e, grazie alla sua mini-invasività, i pazienti vengono dimessi il giorno stesso dell’intervento o il giorno dopo – day-surgery.

Le articolazioni che più frequentemente e tradizionalmente vengo trattate in artroscopia sono la spalla (Fig.3) e il ginocchio (Fig.4). Negli ultimi anni, grazie al miglioramento degli strumentari chirurgici, ma soprattutto dell’abilità dei chirurghi, si sta iniziando a trattare in artroscopia anche alcune patologie dell’ance, del gomito e della caviglia. Inoltre, l’artroscopia può essere una validissimo ausilio in alcuni casi di traumatologia.

Sono autore di molte pubblicazioni sull’argomento, pubblicate sia su riviste mediche internazionali, sia su libri di testo internazionali. Tra queste spicca la partecipazione alle linee guida nazionali per trattamento delle patologie dei tendini della spalla.

Bibliogafia

  1. Spoliti M, De Cupis M, Giai Via A, Oliva F. All arthroscopic stabilization of acute acromioclavicular joint dislocation with fiberwire and endobutton system. Muscles Ligaments Tendons J. 2014; 398 4 (4): 398-403
  2. Giai Via A, De Cupis M, Spoliti M, Oliva F. Clinical and biological aspects of rotator cuff tears. Muscles Ligaments Tendons J. 2013 Jul 9;3(2):70-9.
  3. Spoliti M, De Cupis M, Chiossi S, Corsi G, Giai Via A. Stabilizzazione artroscopica della lussazione acromion-claveare acuta con il sistema tightrope®. Lo Scalpello. 2013.
  4. Libro: Linee guida I.S.Mu.L.T. Rotture della cuffia dei rotatori. Carocci editore, novembre 2014